Titolo: Voglia di cose zozze
Link alla storia: efp
Personaggi ed eventuali Pairing: Zoro/Sanji
Rating: Rosso
Genere: Romantico? Erotico? Boh?
Avvertimenti: Lemon, male slash
Introduzione:«Va bene così, idiota?»
«Per un cazzo!»
«Se vuoi, anche due»
Note dell'Autore: Scritta per il pornfest, per il mio amore ( ) e e . Fa schifo, fa niente vero? Sentì la porta della cucina aprirsi.
Ecco che si ri-iniziava.«Stupido cuoco, ho fame.» la voce bassa di Zoro rimbombò per tutta la cucina, come sotto fondo c'era il tintinnio delle stoviglie che Sanji stava finendo di lavare con scarsissima voglia.
«Sta sera no, Zoro. Niente recita» disse chiudendo l'acqua e ordinando le stoviglie. Zoro si appoggiò contro lo stipite della porta e incrociò le braccia, fissandolo. Sanji lo osservava dal riflesso della finestra, era incredibile quanto fosse sexy quell'uomo. Non gli era mai capitato prima di conoscerlo per provare attrazione per un ragazzo, erano troppo secchi e spigolosi, non c'erano morbide e soffici tette su cui appoggiarsi e addormentarsi. Li aveva sempre trovati noiosi gli uomini, effettivamente.
Ma Zoro sapeva
prenderlo, lo rapiva con le parole e con i gesti e Sanji se ne ritrovava sempre assuefatto.
«Pensavo volessi tu cose “originali”» aveva detto lo spadaccino «Esatto, cose originali Zoro, non sempre la stessa storia. Ormai so tutto a memoria, quando dici “Ho fame” so perfettamente che non è proprio fame... è più voglia di qualcosa di zozzo!»
«Questo è perché sai come va a finire,» disse Zoro avvicinandoglisi e abbracciandolo da dietro.
«Infatti, non lo trovi noioso?»
«Giusto un po'.»
Sanji sospirò e si asciugò le mani contro un vecchio strofinaccio. «Quindi?»
Stette un attimo in silenzio.
«Stupido cuoco, ho fame di te.»
Sanji era completamente scioccato. Seduto sopra il bancone metallico della cucina – sapete, quello che di solito viene usato per cucinare – con i pantaloni calati fino alle caviglie e lo strofinaccio sul quale fino a poco prima si asciugava le mani legato sugli occhi.
Aveva chiesto qualcosa di originale? Beh, non poteva di certo dire di non essere stato accontentato, anche se la cosa lo inquietava parecchio.
«Testa d'alga» Aveva quasi ringhiato. Odiava essere messo in situazioni tanto imbarazzanti ma, più di ogni cosa, odiava stare sotto.
«Va bene così, idiota?»
«Per un cazzo!»
«Se vuoi, anche due,» aveva detto con un tono di voce molto bastardo, prendendo a mordergli il collo. «Ora hai qualcosa di originale.»
«Non mi piace- piantala immediatamente- giuro che ti fotto così violentemente la prossima volta che-» le parole gli si mozzarono, Zoro lo aveva penetrato con un colpo solo e senza ausilio di preparazione. Emise un mugolio molto più simile a un lamento che un gemito e sentì le braccia – il suo unico sostegno – cedergli pericolosamente.
Aveva gli occhi bendati, aveva gli occhi bendati e solo in quel momento si era reso conto che quello significava non avere idea di cosa l'altro volesse o stesse per fare. Era terribile, eccitante, porno, ma terribile.
«Cosa stavi dicendo?» Chiese Zoro ansimando e salendo a baciargli uno zigomo.
«Figlio -» Sanji ansimò «Di puttana.»
«Sì, effettivamente, penso di amarti anche io.»
Sanji emise un gemito frustrato e afferrò Zoro per la camicia, strinse così forte i pugni contro la stoffa che sperò seriamente di soffocarlo, ma doveva averla slacciata, perché Zoro sembrava respirare benissimo.
Diede un'altra spinta al suo interno, questa volta più lenta per farlo abituare, almeno in piccola parte, all'intrusione.
«Almeno- toglimi la benda» aveva detto in un gemito Sanji, stringendo le gambe attorno al bacino di Zoro e inarcando il collo. Zoro obbedì, lasciando scivolare a terra lo strofinaccio e ricevendo la più amara delle occhiatacce, che si trasformò in uno sguardo lucido e lussurioso in davvero poco tempo.
Va bene che odiava stare sotto, ma amava il modo di comportarsi di Zoro quando stava sopra. Era un po' un controsenso, ma sinceramente non gli importava affatto.
Zoro serrò forte le mani sui fianchi coperti dalla divisa da cuoco del biondo, continuando a spingersi al suo interno con velocità, fino a sentire il ventre macchiarsi del caldo sperma del ragazzo.
«Meno male che non volevi» aveva detto ridacchiando, prima di ricevere un pugno sul volto.
Non gli fece male, affatto.
«Spicciati a venire, piuttosto, mi fa male il culo.»
Zoro borbottò una breve serie di ok, prima di riversarsi al suo interno. Rimasero immobili per qualche minuti, in silenzio a respirare velocemente fino a riprendere fiato a sufficienza per poter parlare.
«Aspettati un attentato terribile al tuo culo.»
«Continua a sognare, Sanji.»